Bellissimo testo critico di Carla Isabella Elena Cace sul mio quadro “Say hello 2 Heaven” per Agenda Cultura 2017
Opera in concorso per Premio Adrenalina art project
Nella “Tavola di Smeraldo”, che secondo la tradizione alchemica sarebbe stata vergata da Ermete Trismegisto con la punta di un diamante, si avverte che “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso”. Ed è lo specchio fra il Cielo e Terra a rappresentare per Marjan Fahimi questa moderna Ascensione.
Marjan Fahimi è nata a Tehran ed è là che, giovanissima, ha seguito i primi corsi di pittura e disegno, per poi laurearsi in Lingua e letteratura italiana. L’amore per il Belpaese l’ha quindi portata a Roma, dove ha conseguito la laurea magistrale in Progettazione Architettonica e Urbana. Cresciuta professionalmente e artisticamente in Italia (ha ottenuto diversi riconoscimenti importanti), porta comunque con sé le suggestioni della sua terra e delle ricchissime tradizioni persiane. E non e forse un caso se nelle sue opere si percepisce l’uso nel mondo islamico (divieto o consiglio che sia) a non riprodurre le immagini di esseri viventi, classificati come Ansàb (pietre in piedi) ovvero sia “idoli” che scimmiottano il lavoro di Dio. E anche se proprio la Persia ha sempre avuto un atteggiamento più aperto – famosa in un’opera del XV secolo, la rappresentazione della visione del profeta Isaia con Maometto e Gesù che cavalcano fianco a fianco (Gesù è considerato un profeta dall’Islam) – nei dipinti della Fahimi quasi mai appaiono figure animate: è il Cosmo che domina la scena.
“Say hello 2 Heaven” evoca l’Ascensione “attraverso i colori e i movimenti della materia”, come spiega l’artista, rappresentando “la dualità dell’Esistenza terrestre e Celeste, due mondi separati che si riflettono l’uno nell’altro e una linea sottile che li separa”. Qui l’ascensione è l’atto “di oltrepassare questa linea oltre la quale risiede la Beatitudine”. Ma se nelle chiese barocche la linea ideale era scansionata dal rincorrersi di archi e cupole affollati da angeli e santi, in quest’opera di Marjan Fahimi la separazione fra Terra e Paradiso è rappresentata dal fronteggiarsi di due mondi che, come nella “Tavola di Smeraldo”, si specchiano l’uno nell’altro: aereo e luminoso quello superiore, scuro e vischioso il nostro, quello inferiore, nel quale dobbiamo trovare le corrispondenze divine per raggiungere la Beatitudine.